Relazione sul convegno/dibattito LEGGE LUDOPATIA di sabato 18 febbraio 2017 in Porto Recanati, palestra Diaz, ore 17, organizzato da Cittadinanzattiva di Porto Recanati Onlus
I lavori si aprono con una breve introduzione di Giuseppe Cappelletti, coordinatore dell’Assemblea Territoriale di Cittadinanzattiva di Porto Recanati Onlus, il quale ringrazia il sindaco Roberto Mozzicafreddo che si è dimostrato subito molto interessato e disponibile a portare il contributo dell’amministrazione comunale all’iniziativa e saluta la segretaria regionale dell’associazione, Monia Mancini e Dino Ottaviani segretario provinciale della CISL-Fnp presenti tra il pubblico.
L’importanza e il rilievo sociale che ha assunto l’azzardopatia ha sollecitato l’iniziativa politica della Regione Marche che ha ritenuto necessario intervenire con apposita legge per disciplinare il fenomeno.
Come resa pubblica già il 27 dicembre scorso sul Corriere Adriatico la proposta di Cittadinanzattiva di Porto Recanati, almeno per quel che riguarda le slot-machine, è che il gioco a quest’ultime possa essere consentito solo ai maggiorenni con carta prepagata tipo PostePay e con un importo massimo mensile.
All’invito di Cappelletti il sindaco si dichiara lieto dell’iniziativa perché la diffusione del gioco d’azzardo è ormai sotto gli occhi di tutti e la Regione, con la legge del 31 gennaio scorso, ha fornito uno strumento con cui lavorare e cercare almeno di arginare il fenomeno.
Cappelletti invita anche Elena Leonardi, relatrice di minoranza della normativa, a prendere la parola.Quest’ultima pone l’accento sul fatto che nelle famiglie coinvolte in questi problemi scende come un velo di silenzio e vergogna. Le quattro proposte legislative iniziali sono state sintetizzate in un testo unico finale che chiede la collaborazione delle Aree Vaste, dei Comuni, delle civili associazioni in modo che con il contributo di tutti si possano almeno ridurre gli effetti più devastanti della ludopatia, facendo leva anche sui benefici economici di cui potranno godere gli esercizi pubblici che vorranno esporre il logo regionale “No Slot” per indicare l’assenza delle macchinette mangia soldi nei loro locali.A questo punto Luca Marconi, relatore di maggioranza delle norme per la prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo, spiega che ogni legge si concretizza in una limitazione della libertà dei cittadini, ma in questo caso si tratta di tutelare la salute dei cittadini stessi. I Servizi per le dipendenze patologiche delle Marche hanno già contezza di quattrocento azzardopatici, ma ce ne saranno certamente molti di più. Questo gusto per l’azzardo è dilagante ed è peggiore della tossicodipendenza perché le droghe sono illegali, mentre il gioco è legale.
Aumentare l’imposizione fiscale sul gioco, come viene proposto da molti, potrebbe non sortire l’effetto desiderato perché i gestori, per compensare la maggior spesa, troverebbero il sistema, magari intensificando la pubblicità, di incrementare gli incassi.
La legge si muove in tre direzioni: prevenzione, cura e tutela.
Per quel che riguarda il tabagismo l’aver proibito la pubblicità delle sigarette ha determinato una diminuzione delle malattie prodotte dal loro abuso.
Così vietando di pubblicizzare il gioco si spera di ottenere lo stesso vantaggio. Scendendo nel pratico, chi, per esempio, apre un bar può pubblicizzarne l’apertura, ma non il fatto che nel locale si possa giocare.
Bisogna sempre tener presente che la Regione non può vietare il gioco d’azzardo che è legale, ma può tutelare la salute e a tale scopo, può limitarlo e disciplinarlo.
Va in questa direzione il divieto di installare apparecchi e congegni per il gioco in locali ubicati in un raggio di cinquecento metri o trecento nei comuni con meno di cinquemila abitanti, da università, scuole, banche, sportelli bancomat, uffici postali e dai cosiddetti “compro oro”. Così come la possibilità data ai Comuni di limitare l’orario di accesso al gioco nei locali pubblici e di premiare quelli che espongono il logo “No Slot”.
Inoltre bisogna tener conto del potenziale pericolo sociale rappresentato da chi è affetto dal mal d’azzardo, in quanto sono facilmente vittime degli usurai e quindi adescabili dalla malavita organizzata per lo spaccio di droga.
Certamente la proposta di Cittadinanzattiva relativamente all’uso di una tessera prepagata per giocare sarebbe di grande interesse, se messa in pratica, perché oltre a controllare il numero e l’identità dei giocatori darebbe la possibilità di ritirarla a chi eccede nel gioco.
Prende ora la parola il dottor Mario De Rosa responsabile del Servizio Territoriale Dipendenze Patologiche di Civitanova Marche il quale è molto preoccupato dalla piega che ha preso la situazione. Innanzitutto occorre definire i termini, la conoscenza delle cose è importante. Il gioco d’azzardo non dipende da alcuna abilità, ma si affida esclusivamente al caso. Diventa patologico (GAP) quando sviluppa una dipendenza.
Il meccanismo psicologico è il seguente: un tizio perde il suo ruolo per esempio in famiglia o sul lavoro e quindi cerca di vincere da un’altra parte.
Consideriamo che il giro di affari del gioco d’azzardo nel 2015 è stato di 88 miliardi di euro e che nel 2016 si aggirerà sui 95 miliardi, dal 2008 la spesa si è raddoppiata.
Solo la cultura intesa come consapevolezza della propria personalità, del proprio ruolo nella vita e specificatamente dei propri doveri e diritti può salvare, altrimenti affiorano gli impulsi primitivi; la dimensione irrazionale.
È il “craving” che il DSM (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) definisce come il desiderio travolgente e compulsivo per qualcosa, in questo caso il gioco d’azzardo, che fa perdere tutti i ruoli sia familiari che sociali.
Le cause possono essere molteplici: crisi economica, perdita del ruolo lavorativo, perdita della famiglia, vergogna.
Dobbiamo considerare che la generazione degli anni 80 è stata plasmata su di un modello estetico e quest’ultimo non si fonda sulle regole.
Mentre il modello etico si basa sulla colpa; in caso di insuccesso analizzando i motivi della sconfitta trova in sé, cioè nelle proprie manchevolezze la ragione prima;
nel modello estetico il risultato dell’analisi è la vergogna.
Chi si rivolge al SerT viene tenuto in osservazione per qualche mese e inviato a gruppi di auto-aiuto. I numeri utili sono:
Servizio Dipendenze Patologiche di Civitanova Marche 0733-823951
Gruppo Auto-Aiuto di Civitanova Marche per il GAP
Michele 333-9036309; Venerdì ore 21 nei locali della Croce Verde di Civitanova
Numero Verde Regione Marche 800.012.277.
Alla domanda di Alfredo Poppese sui risultati della terapia De Rosa risponde che non sono molto incoraggianti: si ottiene una riduzione delle perdite al gioco.
Segue una breve discussione tra un rappresentante dei gestori delle slot-machine che rimprovera a Luca Marconi la possibilità che le limitazioni imposte dalla legge possano provocare delle perdite di posti di lavoro, cosa che quest’ultimo non ritiene così rilevanti al confronto della tutela della salute pubblica che la legge persegue.
Alla chiusura dei lavori alle19,30 Cappelletti ringrazia i presenti per la partecipazione.
Alfredo Poppese