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BIOGAS – Matelica come la Svezia

Progetto Centrale Biogas Matelica MINIAbbiamo seguito dapprima con apprensione e successivamente con rassegnata rabbia la vicenda della Centrale BIOGAS di Matelica, abbiamo partecipato a qualche incontro e dal primo momento abbiamo capito che il rimballo delle responsabilità era il solito sistema affinché tutti fossero, alla fine, immuni da colpe.

La Giunta Regionale con la modifica della legge allora esistente sulla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) , ha colpe gravissime e nonostante la recente marcia indietro, resta  colpevole di aver escluso i  progetti già approvati, vedi Matelica,  dai necessari controlli, e di aver  spalancato la strada agli speculatori della “green economy” per l’accesso ai sostanziosi incentivi pubblici, incentivi che vengono dalle nostre tasche, che paghiamo noi tutti nella bolletta elettrica, per farci rovinare l’ambiente in cui viviamo.

La Giunta Comunale di Matelica, a differenza di altri comuni del Maceratese che si sono opposti, ha dato una mano concedendo tutte le autorizzazioni richieste, ivi comprese l’allaccio dell’acqua e la modifica della viabilità. L’adeguamento della viabilità si  è reso necessario  per consentire ai  numerosi camion che dovranno servire la struttura,  la centrale è tanto grande da dover far arrivare da fuori il materiale necessario per soddisfare la sua capacità produttiva di 999 kilowatt.

La centrale in costruzione a Matelica non è nata per risolvere i problemi di gestione dei rifiuti o di avanzi agricoli locali, ottimizzando questa attività di smaltimento con la produzione di energia elettrica, al contrario  è nata per la produzione di energia elettrica  e per il suo funzionamento si importano rifiuti e si asservisce la produzione agricola locale allo scopo. La Coldiretti Marche con due comunicati ha manifestato la netta contrarietà alle megacentrali di 999 kilowatt, considerate di nocumento all’agricoltura.

In Emilia, nell’area di produzione del parmigiano hanno ottenuto che non venissero autorizzate centrali  biogas, invece da noi per il Verdicchio, produzione vinicola di  pregio,  unica ricchezza certa della nostra città, non si è fatto niente, è non ci pare che ci sia volontà di fare alcunché.

Il digestato, cioè il residuo della lavorazione,  dove va?  Il Comune cosa sta facendo per avere garanzie? Non lo sappiamo, sarebbe il caso che la cittadinanza venga informata.

Il digestato è stato oggetto, in Germania,  di uno studio approfondito eseguito dal prof. Dr. Helghe Bohnel che vi ha rilevato “agenti patogeni pericolosi per l’uomo, per gli animali e per le piante” e soprattutto la presenza del batterio “clostridiun botulinum” responsabile del botulismo e che nei digestori trova l’ambiente più favorevole per svilupparsi.

Il 13 ottobre scorso, il professore ha portato la sua esperienza in un convegno, tenutosi   a Capalbio, perché anche Capalbio ha avuto la disavventura di avere una Centrale biogas progettata e autorizzata a poche centinaia di metri da una riserva naturale. Riferiamo, perché a nostro avviso praticabile, l’intervento del prof. Federico Valerio, chimico ambientale dell’Istituto tumori di Genova, il quale ha richiesto di imporre alle centrali la purificazione degli scarti come avviene in Svezia dove è obbligatorio decontaminare i liquami in ingresso e i concimi in uscita.  Un’altra proposta, emersa dal convegno, degna di essere riportata e che sarebbe un grande deterrente per gli speculatori, è la sospensione  dei lauti incentivi a cui le attuali condizioni legislative danno facoltà di accesso.

I ripensamenti della Regione hanno efficacia per le centrali in via di autorizzazione e la potenzialità di queste è stata abbattuta drasticamente, mentre per le autorizzazioni già concesse non è stato previsto  alcunché,  per  ventilati problemi di richiesta danni da parte delle Concessionarie. In attesa di sviluppi,  i nostri rappresentanti Regionali, Provinciali e Comunali prendano coscienza del problema e si facciano carico di valutare, l’accoglimento degli aspetti normativi proposti, per il bene della collettività che li ha eletti a propri rappresentanti; non vediamo perché le garanzie normative per la buona salute ci debbano essere solo in Svezia.

L’ambiente,  con la viabilità intasata,  gli odori sgradevoli ed i rumori, rimarrebbe comunque vessato, ma almeno  sotto il profilo della tutela della salute ci sarebbero delle garanzie, che in una società civile dovrebbero essere l’obiettivo primario.

 

Dante Reale – Cittadinanzattiva delle Marche – Matelica

Matelica  24.10.12